Perdere un documento d’identità è piuttosto fastidioso. Se succede, è fondamentale avviare al più presto le dovute procedure burocratiche di denuncia di smarrimento e, al contempo, sperare che la carta non finisca in mani sbagliate.
Mi chiamo Antonella, ho 45 anni e vivo in una città del sud Italia. Nel mese di agosto dello scorso anno ho perso la mia carta d’identità. Ho subito effettuato tutte le pratiche del caso presso il mio comune di residenza ed ottenuto un nuovo documento. A causa di un errore dell’impiegato comunale, che aveva sbagliato l’inserimento del mio indirizzo, sono stati emessi due documenti. ‘Poco male’, è stato il mio primo pensiero, “il documento errato verrà immediatamente distrutto, è la prassi”.
Mesi dopo, a seguito di una telefonata, avrei invece messo in dubbio l’ovvietà di questa procedura.
Nel mese di gennaio vengo contattata telefonicamente da una società di recupero crediti, la quale mi chiede il motivo del mancato pagamento delle rate relative all’acquisto di un telefono e mi invita a saldare quanto prima. Mai acquistato un telefono a rate’, è stata la mia risposta, ‘ci deve essere stato un errore, avete sbagliato persona e numero di telefono. Ma l’operatore mi comunica i miei dati di nascita e residenza e il mio codice fiscale: incredibile, coincide tutto! Unico errore: l’indirizzo di casa, non propriamente corretto. Immediatamente, il mio pensiero corre a quella calda mattina di agosto presso l’ufficio anagrafe. L’indirizzo sbagliato. Il documento - presumibilmente - distrutto. E ora, un acquisto mai effettuato sul quale pende un debito di 1500 euro a mio carico.
Inizialmente è stato panico, poi rabbia. Infine, la determinazione a fare subito chiarezza.
Su suggerimento dello stesso operatore contatto la società che ha aperto il finanziamento e che mi conferma l’esistenza della pratica a mio nome. Chiedo copia del contratto, faccio presente l’accaduto e richiedo una serie di informazioni su chi ha istruito la pratica: l’indirizzo e il numero di telefono mi risultano completamente sconosciuti. Non c’è alcun dubbio: si tratta di una truffa in piena regola! L’unico modo per risolvere la situazione è richiedere l’aiuto dei carabinieri o della polizia, sporgendo denuncia e fornendo loro la copia del contratto di finanziamento. Ma la società non è in grado di fornirmi alcuna copia. Non è disponibile, non si trova, non esiste?
Probabilmente, il negozio presso il quale è stato effettuato l’acquisto è in possesso del contratto.
Mi presento da loro, chiedo copia del contratto ma anche qui, nessuna documentazione. Il titolare del negozio conferma di non avermi mai vista, ma ricorda perfettamente l’acquisto di 2 smartphone effettuato mesi prima tramite un finanziamento. "Che memoria di ferro!" mi sono detta. E subito dopo capisco perchè: al momento dell’acquisto, l’acquirente ha fornito fotocopia del documento d’identità (il mio) e persino una o più buste paga, al fine di permettere il completamento della procedura. Era stata un'altra persona ad effettuare l'acquisto a nome mio! A questo punto, la truffa a mio carico aveva finalmente una dinamica ed una definizione: furto di identità.
Unica via d’uscita: denunciare tutto alle forze dell’ordine, raccogliendo prove e testimonianze utili a dimostrazione della mia totale estraneità ai fatti. Ma non solo: con altrettanta celerità, mi sono affidata al servizio IDENTIKIT di Mister Credit, per essere sempre aggiornata tutte le volte che viene fatta una richiesta di credito a mio nome. Con estrema tempestività, IDENTIKIT mi avvisa tramite email o sms di eventuali operazioni di questo tipo.
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